Oggi vi racconto una storia:
“Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla.
Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita.
Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.”
Tratto dal libro “Media e Potere” di Noam Chomsky
Cosa ha ucciso la rana?⠀⠀
La rana non è stata uccisa né dall’acqua bollente né dalla persona che ha acceso il fuoco né da un crudele destino ma dalla sua incapacità di scegliere il momento giusto per saltare.⠀⠀
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Cosa ci vuol dire la rana bollita? ⠀⠀
Quando un cambiamento avviene lentamente noi ci adattiamo ad esso senza renderci davvero conto di ciò che sta accadendo e delle reali conseguenze che avrà su di noi. ⠀
Come la rana anche noi, talvolta, ci ritroviamo nella posizione di doverci adattare a situazioni che ci fanno stare male: relazioni tossiche, contesti lavorativi frustranti, notizie drammatiche, difficoltà. Magari all’inizio protestiamo anche ma, alla fine, ci abituiamo e ci adattiamo alla situazione, “forse non è poi così male, posso sopportarlo ancora un po’”, ci ripetiamo continuamente. ⠀⠀
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Come se, paradossalmente, restare in una condizione di infelicità e stallo fosse meglio dell’incertezza che il cambiamento comporta. ⠀⠀
L’abitudine non è sempre la scelta sbagliata, chiariamolo, ma è importante ricordarci che abbiamo anche un’alternativa: il cambiamento. ⠀⠀
Possiamo sempre scegliere cosa fare della nostra vita e possiamo sempre saltare, prima che sia troppo tardi.
Forse la paura di saltare al momento giusto è dettata anche dall’insicurezza che si prova nel dover compiere la scelta stessa. Mi verrebbe da chiedermi: farò la cosa giusta? E se poi mi dovessi pentire ? Non ci vuole solo coraggio,ma l’ambiente che ci circonda è un fattore che spesso fa l’ago della bilancia! Un abbraccio cara fede, è solo una mia riflessione ovviamente
Verissimo. Hai perfettamente ragione. Le variabili in gioco quando si deve scegliere sono innumerevoli ed è importante riuscire a metterle tutte a fuoco, pensare ai possibili esiti, visualizzare la realizzabilità delle eventuali prospettive; senza tuttavia inciampare nel rischio della procrastinazione infinita, nel non scegliere mai adattandosi a qualcosa che non fa per noi. Se una situazione ci causa malessere dobbiamo essere in grado di compiere delle scelte che salvaguardino il nostro benessere (anche se tutti non sono d’accordo). Un abbraccio a te!